Il dolore cronico viene definito come una sensazione di dolore, associata a un danno tissutale in atto o potenziale, che persiste da più di 6 mesi e che viene definita come una risposta da mal adattamento al dolore. In funzione dei diversi meccanismi neurofisiologici, il dolore cronico può essere suddiviso in:
• dolore neuropatico
caratterizzato da danno del tessuto nervoso periferico o centrale che causa un’alterazione della risposta dei neuroni del sistema somatosensoriale centrale e periferico originato da lesioni neuronali periferiche, centrali o miste.
• dolore nociplastico
correlato a disfunzione del tessuto nervoso centrale che causa un’alterazione della risposta dei neuroni del sistema somatosensoriale centrale in assenza di lesioni riscontrabili.
• dolore nocicettivo
definito come dolore «fisiologico» ed è quello che attiva i nocicettori che trasmettono l’impulso alle strutture centrali; ha origine da lesioni delle terminazioni nervose dei tessuti.
Numerosi studi mostrano come il sistema endocannabinoide abbia un ruolo centrale nella modulazione e attenuazione dell’infiammazione e del dolore cronico.
Il sistema endocannabinoide
Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema di comunicazione tra le cellule, composto da tre elementi:
– gli endocannabinoidi, che fungono da “messaggeri” nella comunicazione fra una cellula all’altra grazie all’interazione con i propri recettori;
– i recettori, CB1 e CB2, la cui attivazione modula la risposta allo stimolo doloroso e lo stato di infiammazione;
– gli enzimi, deputati alla degradazione degli endocannabinoidi una volta che la loro funzione è stata svolta, evitandone un accumulo.
Il cannabidiolo
In natura sono presenti molecole chimiche simili agli endocannabinoidi note come fitocannabinoidi. Tra questi, il cannabidiolo (Cbd) è tra i più abbondanti nella Cannabis sativa, oggi di grande interesse terapeutico per le sue proprietà non psicoattive, che non creano dipendenza e non danno effetti avversi. Grazie a una struttura molecolare simile a quella degli endocannabinoidi, il Cbd può interagire con il sistema endocannabinoide, intervenendo nei processi di percezione del dolore.
Giornata del sollievo
Il 28 maggio si è svolta la XXII Giornata nazionale del sollievo. Come ogni anno ha offerto l’occasione per focalizzare l’attenzione sulla risposta che il nostro Paese riesce a dare a una fondamentale quanto legittima richiesta di ogni malato: “Quella di non sentirsi abbandonato e solo durante la malattia e di non soffrire inutilmente”, ricorda la Fondazione Ghirotti.
L’importanza di tale Giornata è motivata dalla prevalenza sempre più ampia del dolore e delle sue ricadute sull’attività quotidiana e lavorativa che interessa, secondo i più recenti dati Istat, oltre 20 milioni di italiani e che costituisce una grave disabilità in più di 3 milioni di persone in Italia.
Come sottolinea l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (Aisd), l’impatto del dolore cronico riguarda, a livello europeo, un paziente su quattro. Senza una “cultura” che sia consapevole dell’importanza di curare il dolore cronico, vi saranno sempre persone che vivono in costante stato di sofferenza, con un drastico peggioramento della qualità di vita, problemi di lavoro e sul lavoro, con grave rischio di sviluppare depressione e disturbi dell’umore, costretti spesso a rinunciare alle normali attività sociali, coinvolgendo chi vive al loro fianco.
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