Prevenzione vaccinale per la persona anziana
Il nuovo Piano nazionale ne sottolinea l’importanza
Del tutto recentemente è stato presentato il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale (Pnpv) 2023-2025 con alcuni importanti intenti tra i quali:
- mantenere lo status di polio-free;
- raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia;
- rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie correlate all’Hpv (Human papilloma virus);
- delineare un “focus di attenzione” nei confronti della persona anziana nella quale le malattie infettive prevenibili con la vaccinazione possono avere conseguenze anche severe.
Se prendiamo come esempio l’influenza si nota che tale condizione, spesso sottovalutata, si associa nell’anziano, soprattutto se fragile, non solo ad una più alta incidenza di forme severe di malattia ma anche ad un elevato tasso di malattie respiratorie e cardiovascolari nonché di condizioni tipicamente geriatriche come la disabilità ed alla fine anche rischi di mortalità. In tale contesto, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata nella persona anziana visto l’ottimo rapporto rischi/benefici e tenuto conto che la letteratura scientifica ha recentemente suggerito, oltre alla significativa efficacia nel prevenire la sindrome influenzale anche ulteriori effetti, come la capacità di prevenire nell’anziano il decadimento cognitivo, alcune forme di demenza e molte malattie cardiovascolari.
Un’altra vaccinazione di notevole importanza per la persona anziana è la vaccinazione anti-pneumococco che viene raccomandata in unica somministrazione a partire dall’età di 65 anni, eventualmente integrata con una dose di richiamo con schedula sequenziale prevista solo per alcune situazioni particolari e specifici tipi di vaccino. Questa vaccinazione è veramente importante perché le polmoniti da pneumococco sono molto frequenti nell’anziano, spesso associate a ricovero in ospedale e nella persona anziana fragile sono associate a complicanze e sequele a lungo temine che possono portare anche a morte. Si segnala che la vaccinazione anti-pneumococco può essere offerta simultaneamente alla vaccinazione antiinfluenzale, ma può pure essere somministrata indipendentemente e in qualsiasi stagione dell’anno, anche perché mentre il vaccino antiinfluenzale deve essere ripetuto ogni stagione per fornire la protezione delle “nuove” varianti del virus dell’influenza che annualmente si presentano, il vaccino anti-pneumococco viene somministrato, secondo le attuali indicazioni, in dose singola e una sola volta nella vita.
Un altro vaccino raccomandato in età anziana è quello contro l’herpes zoster, virus responsabile della malattia conosciuta con il termine popolare di “fuoco di Sant’Antonio”, caratterizzata dalla presenza di vescicole cutanee “brucianti” e dolorose che si distribuiscono sul tronco o in altre parti del corpo “a cintura” (zoster); la malattia inoltre può ripresentarsi più volte nel tempo e lasciare una sequela dolorosa anche a lungo temine, la cosiddetta “nevralgia post-erpetica”, che riduce in maniera importante la qualità di vita. Alcune stime riportano che in quasi un terzo delle persone anziane affette da herpes zoster persiste un dolore a lungo termine, difficilmente gestibile con la terapia farmacologica. La vaccinazione contro l’herpes zoster è in grado di ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia post-erpetica e circa il 50% di tutti i casi clinici di recidiva di malattia. Il Pnpv suggerisce che il vaccino anti-herpes zoster venga somministrato ai soggetti con 65 anni di età. Anche per questo vaccino, dati sempre più numerosi suggeriscono che, al di là della prevenzione del “fuoco di Sant’Antonio”, la vaccinazione anti-herpes zoster comporta alcuni effetti benefici sullo stato immunitario generale del soggetto per cui è importantissimo aumentare la copertura vaccinale nella popolazione anziana che attualmente è ancora molto bassa (meno del 3%).
Il Piano nazionale sottolinea l’importanza del richiamo del vaccino combinato nella formulazione Difto–tetano–pertosse (Dtp) o Difto-tetano (Dt). La somministrazione raccomandata è quella di una dose di richiamo del vaccino Dtp, anche se non vaccinati in precedenza per la pertosse, ogni 10 anni per assicurare il persistere della protezione anticorpale. La vaccinazione Dtp è importantissima nella persona anziana in quanto si sta osservando, anche nei paesi industrializzati, un incremento notevole dell’incidenza sia del tetano che della pertosse e che questo incremento riguarda soprattutto quelle persone, come gli anziani, che presentano una bassa concentrazione anticorpale.
Infine, un accenno, ma significativo, va fatto alla vaccinazione anti covid-19. È noto a tutti come questa vaccinazione abbia modificato a livello di popolazione il corso della pandemia covid-19 e nei singoli individui il decorso della malattia che è decisamente meno aggressiva e meglio gestibile clinicamente nei soggetti vaccinati in particolare e soprattutto nelle persone anziane. Una cosa da rimarcare è quella delle dosi di richiamo. Ad esempio, negli anziani fragili, la somministrazione della quarta dose di richiamo del vaccino contro il covid-19 riduce del 74% il rischio di andare incontro a una forma severa di covid-19 e del 90% quella di morte rispetto a sole tre dosi di vaccino. In tale contesto, la quinta dose è attualmente raccomandata a tutte le persone di 80 anni e più, agli anziani ospiti delle strutture residenziali per anziani (Rsa) e ai cittadini di 60 anni e oltre con condizione di fragilità legata a patologie croniche. Su richiesta il richiamo anti-covid-19 potrà essere somministrato anche a tutti i soggetti dai 60 anni in su.
In conclusione, il Piano nazionale prevenzione vaccinale è uno strumento molto utile che fornisce indicazioni sia in ambito di sanità pubblica che di salute per il singolo individuo; tutti gli operatori sanitari e in generale tutte le persone anziane debbono tener conto di queste indicazioni che identificano le vaccinazioni come metodo cruciale di prevenzione delle malattie infettive che spesso sono causa di patologie severe, disabilità e alla fine ridotta qualità di vita.
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