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L’osteoporosi è un ‘tarlo’ silenzioso

Una patologia non soltanto femminile

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L’osteoporosi è “una malattia che è in forte crescita nel mondo e anche in Italia, legata principalmente al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. – spiega il dottor Francesco Bove, presidente della Fondazione per la lotta all’osteoporosi e artrosi (Aila). – Sappiamo che il nostro è il Paese con il più alto numero di ultra 65enni, siamo al 20%, e abbiamo un numero altissimo di ultra ottuagenari: è proprio questa la fascia critica dello sviluppo di patologie importanti come l’osteoporosi, che anni fa, come Aila, definimmo il “tarlo silenzioso”, proprio perché questa malattia si manifesta solo nel momento in cui sono evidenti le complicanze, ovvero le fratture, del femore e della colonna vertebrale”.

Le parole del professor Bove arrivano subito dopo la Giornata mondiale dell’osteoporosi, che si è celebrata il 20 ottobre all’insegna dello slogan “Costruisci ossa migliori” (Build better bones) per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di adottare, fin dall’infanzia, sani stili di vita per migliorare lo stato di salute delle ossa.

Il Presidente della Fondazione si sofferma su alcuni dati che accomunano entrambi i sessi. “L’osteoporosi – sottolinea – interessa circa il 20% delle donne in età post menopausale, un fatto riconducibile alla mancanza degli ormoni estrogeni che hanno la funzione di bilanciare il ricambio del calcio nelle ossa. Ma la patologia colpisce anche gli uomini dopo i 65 anni e può interessare fino al 6% della popolazione”.

Secondo Francesco Bove è importante sottolineare che si deve sviluppare un senso di responsabilità della propria salute, ovvero la consapevolezza. “Bisogna fare informazione – afferma – perché solo attraverso l’informazione si riesce a sensibilizzare le persone e, quindi, a svolgere la prevenzione primaria, quella che serve a evitare la patologia, mentre la prevenzione secondaria è rivolta a chi è già stato affetto da osteoporosi”.

Il chirurgo ortopedico fornisce un altro dato interessante emerso da un recente documento del ministero della Salute, che mette in luce un vero e proprio squilibrio di informazione. “Il 50% delle persone non sa di essere affetto da osteoporosi, mentre il 50% delle persone che sono convinte di esserne affette, in realtà non lo sono”.

Ecco, dunque, che torna alla ribalta l’importanza di fare informazione. Una informazione che spetta soprattutto ai medici di famiglia, i primi ad avere un rapporto con i pazienti. “Il concetto – dice ancora – è proprio quello di arrivare prima che si sviluppi la patologia. Fondamentali sono gli stili di vita, l’alimentazione. Noi abbiamo un patrimonio osseo e la necessità di introdurre calcio in tutte le fasi della vita, da quelle legate alla crescita e, successivamente, agli anni della menopausa per la donna e dopo i 65 anni per l’uomo. Fasi in cui dobbiamo mantenere questo patrimonio, che a mano a mano si perde, poiché si dismettono circa mille milligrammi di calcio al giorno, numero che può arrivare in breve tempo al 5% del patrimonio. È dunque ovvio che dobbiamo reintrodurre il calcio che perdiamo. Lo dobbiamo fare assumendo vitamina D, prodotta con l’esposizione ai raggi del sole, elemento che consente l’assorbimento del calcio nello stomaco e nell’intestino”.

Fare prevenzione significa, dunque, prevenire le fratture e fare attività fisica, “che non significa solo andare in palestra ma vuol dire fare movimento – precisa Bove – vuol dire combattere il fenomeno della sedentarietà che caratterizza la società moderna. La colonna deve essere attivata, non solo dagli anziani ma, in fase preventiva, da tutti, anche da chi fa attività sedentaria come gli impiegati”.

Il chirurgo ortopedico parla anche di diagnosi precoce. “Si fa con la Moc, strumento fondamentale in grado di verificare in maniera matematica il nostro patrimonio osseo. Si svolge una volta all’anno e consente di verificare se stiamo perdendo tale patrimonio. E se questo accade, significa che ci stiamo avvicinando al rischio di frattura”.

 

Fonti:

www.ailafondazione.it
www.salute.gov.it

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