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Donne, salute e sanità

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Tre date che mostrano come il rapporto tra le donne e la salute apre a molti scenari su cui sviluppare confronti e ipotizzare azioni migliorative: la salute della donna dal punto di vista della donna, la donna riferimento nella prevenzione e nella cura della famiglia, la donna protagonista nell’assistenza e anche nella ricerca clinica, nella professione, nella formazione, nel management, nelle strategie.

Anche nella sanità, come in altre professioni e settori della società, a una presenza sempre maggiore di donne non corrisponde però un’analoga rappresentanza del genere femminile nelle posizioni di vertice. In Italia, la presenza femminile è pari a circa il 68% degli occupati nel settore (Conto Annuale MEF, 2020) e ha mostrato una crescita continua a partire dal 2010.

Se parliamo di leadership?

Un solo dato per tutti: nel nostro Paese le donne nel Servizio sanitario nazionale rappresentano il 63,8% del personale dipendente e sono quasi il doppio degli uomini, ma solo il 16,7% è direttore generale. Ovviamente le eccezioni esistono: Ravenna Farmacie può vantare di avere sfondato il famoso “soffitto di cristallo” avendo ai massimi vertici della società una presidente, la dottoressa Bruna Baldassarri, e una direttrice generale, la dottoressa Barbara Pesci.

In generale emerge la fotografia di un modello culturale ancora difficile da superare come le disuguaglianze che ne conseguono dal cosiddetto “gender pay gap” (a parità di incarico nella maggioranza delle professioni le donne guadagnano meno) alla disuguaglianza di salute.

Molti studi dimostrano che ancora oggi le donne sono penalizzate nella tutela della loro salute, nonostante sia ormai nota da diversi anni l’influenza che le differenze di genere esercitano sullo stato psico-fisico, sull’insorgenza e sullo sviluppo delle malattie e sulla risposta alle terapie farmacologiche. Un nuovo esempio è fornito da un recente studio sulla modulazione per età e sesso per il dosaggio del farmaco radioattivo nella Pet, svolto dal dipartimento di Medicina nucleare dell’Ospedale del Mare di Napoli.

È, inoltre, noto da tempo che, tra i fattori che influenzano la salute, sono da annoverare non solo le caratteristiche genetiche e biologiche, ma anche i cosiddetti determinanti di salute che comprendono condizioni ambientali, socioeconomiche e culturali, tra cui il livello di istruzione, il reddito, la disponibilità di una rete familiare e sociale.

All’impatto delle diseguaglianze di genere sulla salute e nella ricerca scientifica sarà dedicato il Congresso nazionale 2023 di Fondazione Onda (l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) che si svolgerà a settembre.

Nel frattempo, non perdiamo mai di vista la rilevanza di lavorare insieme, donne e uomini, per annullare le diseguaglianze e salutiamo con un sorriso di gratitudine le farmaciste, le mediche, le infermiere, le ricercatrici e le amministrative che incontriamo nella vita quotidiana e che fanno la differenza in sanità.

 

Fonti dati

protagoniste.it

donneleaderinsanita.com

ondaosservatorio.it

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