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Come approcciare la sindrome dell’intestino irritabile

Buone abitudini e rimedi della natura

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La sindrome dell’intestino irritabile (abbreviata in inglese con l’acronimo IBS,  Irritable Bowel Syndrome) è un disturbo comune che colpisce dal 9 al 23% della popolazione mondiale, in particolar modo le donne tra i 20 e i 50 anni. È definita come una malattia cronica funzionale dell’intestino che si ripercuote sulla qualità della vita di chi ne soffre, sia dal punto di vista personale che sociale e lavorativo. 

 

Come si manifesta la sindrome dell’intestino irritabile 

La IBS rientra nell’insieme di patologie che, pur provocando disagi a chi ne soffre, non trovano riscontro nei comuni esami clinici e di laboratorio. Si tratta, infatti, di una problematica la cui diagnosi è basata sui disturbi riferiti dai pazienti. Tra questi:

  • dolore addominale diffuso e sordo, generalmente di breve durata
  • problemi nella mobilità intestinale (come episodi di diarrea o stitichezza, anche intervallate);
  • gonfiore e distensione addominale;
  • mialgia, vale a dire dolore muscolare localizzato causato da contrazioni involontarie;
  • meteorismo.

Questi sintomi, tuttavia, possono ricondurre anche a patologie più gravi. Per questo motivo è bene tenerli sotto controllo e consultare il proprio medico nel caso in cui si verifichino parallelamente ad altri fattori, come predisposizione congenita a casi di malattia intestinale grave; perdita involontaria di peso; sangue nelle feci o altri problemi di salute che aumentano di intensità nel tempo.

Le cause che possono portare allo sviluppo della sindrome dell’intestino irritabile non sono ancora chiare ma possono essere ricondotte all’ipersensibilità intestinale, febbre ricorrente, anemia, variazioni nella flora batterica, alti livelli di stress o fenomeni infiammatori. Tutto ciò porterebbe ad un’usura della parete intestinale, alla compromissione della sua permeabilità e, quindi, all’esposizione degli strati di mucosa interna che non dovrebbero entrare in contatto con il materiale in transito nell’intestino. Di conseguenza la mucosa si infiamma e causa dolori o altri sintomi appena visti.

 

Come prevenire la sindrome dell’intestino irritabile

Esattamente come per la sintomatologia, anche i rimedi per trattare la sindrome dell’intestino irritabile non sono univoci. Esistono, però, delle raccomandazioni e comportamenti da seguire, soprattutto riguardo l’alimentazione, per assicurare il benessere dello stomaco e dell’intestino, così da prevenire l’insorgere di questa fastidiosa patologia:

  • se si è sovrappeso o obesi sarebbe meglio perdere il peso in eccesso;
  • si consiglia di evitare pasti troppo abbondanti o pesanti, soprattutto prima di andare a letto;
  • è meglio mangiare lentamente, masticando bene prima di ingoiare;
  • bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, evitando bevande gassate e zuccherate;
  • è bene evitare alimenti che possono compromettere il funzionamento del cardias, la valvola posta tra stomaco ed esofago, come ad esempio cioccolato, menta e cipolla;
  • anche gli alcolici, i grassi, la caffeina e il sorbitolo, un tipo di zucchero presente soprattutto nella frutta, possono essere evitati per scongiurare l’insorgenza dei sintomi;

Per contrastare invece i sintomi già in atto, ecco qualche consiglio e rimedio naturale:

  • per chi soffre di stipsi è raccomandato l’aumento del consumo di fibre; oltre all’assunzione di miele (anticamente usato per scopi lassativi), maltodestrine, aloe, malva, foglie di senna o radici di rabarbaro;
  • chi soffre di pancia gonfia si consiglia l’assunzione di piante carminative che riducono i gas intestinali come menta piperita, cumino, coriandolo e zenzero;
  • l’acidità e il bruciore di stomaco si possono combattere con alcune erbe medicinali ricche di polisaccaridi come aloe, altea e malva;
  • chi accusa crampi addominali può ricorrere a camomilla e melissa grazie alle loro proprietà antispastiche;
  • per ridurre gli episodi di meteorismo, invece, può essere utile l’assunzione di malva, finocchio e carbone vegetale, tutte sostanze che riducono la formazione di gas a livello intestinale.

Nei casi più gravi che vedono la compresenza di altre patologie come il reflusso gastrico, il medico può decidere di procedere con la terapia farmacologica mediante la prescrizione di antiacidi o farmaci gastroprotettori che agiscono bloccando la produzione di acido cloridrico nello stomaco.

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