Conoscere i fattori di rischio cardiovascolare

per mantenere in salute il cuore più a lungo

I fattori di rischio cardiovascolare racchiudono tutta una serie di condizioni che aumentano la possibilità di avere un evento infartuale o sviluppare una malattia del sistema cardiocircolatorio

Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morte a livello globale. Molte di esse, però, possono essere prevenute attraverso la conoscenza e la gestione dei fattori di rischio. Avere un cuore sano e mantenerlo tale nel tempo dipende in gran parte dalle scelte che facciamo ogni giorno.

 

Malattie cardiovascolari e fattori di rischio non modificabili

Secondo il Ministero della Salute le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie che colpiscono il cuore, le arterie o le vene e si dividono in due macrocategorie: quelle congenite, presenti dalla nascita, e quelle acquisite che insorgono successivamente. Le più frequenti sono la cardiopatia ischemica, l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco e l’ipertensione arteriosa.

Alcuni fattori di rischio associati a queste patologie cardiovascolari non dipendono da noi perché legate alle nostre caratteristiche biologiche fin dalla nascita. Tra questi vi sono:

  • la genetica, ovvero la propensione a sviluppare una malattia cardiocircolatoria sulla base di fattori ereditari che riguardano la nostra anamnesi familiare;
  • l’avanzare dell’età di una persona che fa aumentare il rischio cardiovascolare in modo progressivo. L’infarto del miocardio, ad esempio, è più frequente nei soggetti tra i cinquanta e i sessant’anni di età;
  • sesso che determina differenze anatomiche e fisiologiche. L’infarto e l’aterosclerosi in giovane età, per esempio, sono più comuni negli uomini che nelle donne. Perlomeno fino all’età della menopausa;
  • la diversa etnia di persone ugualmente esposte a determinati fattori di rischio comporta una differente sensibilità e suscettibilità. Ad esempio, alcuni studi hanno evidenziato che in Italia le persone originarie del sud-est asiatico sono più a rischio di sviluppare malattie coronariche e manifestazioni infartuali rispetto ad altre etnie. Questo perché subiscono in maniera differente i vari fattori di rischio presenti nel nuovo ambiente di residenza.

 

Fattori di rischio cardiovascolare modificabili

Ci sono poi tutta un’altra serie di fattori di rischio che invece dipendono dai nostri comportamenti e sui quali possiamo intervenire cambiando o migliorando le nostre abitudini.

Quelli indicati dal Ministero della Salute, come fattori di rischio cardiovascolare modificabili sono in particolare:

  • il fumo, anche detto tabagismo, è uno dei fattori più nocivi perché riduce la quantità di ossigeno che arriva al cuore, aumenta la pressione sanguigna e il battito cardiaco, danneggia le arterie favorendo la vasocostrizione e lo spasmo. Secondo lo studio Interheart il fumo si è rivelato, assieme agli alti livelli lipidici, uno dei fattori di rischio più importanti e avrebbe un effetto maggiore sulle persone giovani;
  • una dieta squilibrata che apporta un alto contenuto di colesterolo LDL (Low Density Lipoproteins) nell’organismo può causare aterosclerosi, ossia un accumulo di materiale grasso all’interno delle pareti arteriose che ostacola il normale flusso sanguigno;
  • anche il diabete, se non controllato, provoca aterosclerosi ostruendo le arterie con il rischio di provocare un attacco cardiaco o un ictus; l’obesità e l’essere in sovrappeso costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare perché costringono il cuore a lavorare eccessivamente;
  • l’eccessivo consumo di alcol o caffeina e il consumo di droghe può causare l’aumento della frequenza cardiaca e indebolire il cuore;
  •  secondo il rapporto globale sulle stime dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e dell’OMS anche troppe ore di lavoro sarebbero un fattore di rischio cardiovascolare. Chi lavora con orari prolungati, per 55 ore a settimana o più, potrebbe registrare un aumento fino al 43% nello sviluppo di una cardiopatia ischemica.

 

Una costante attività fisica permette, invece, di mantenere in buona salute il cuore e i vasi sanguigni riducendo il rischio di malattie cardiovascolari come dimostrato dal report sull’attività fisica per la salute cardiovascolare dell’EHN (European Heart Network). Secondo questo dossier, infatti, l’incidenza di malattie cardiovascolari sarebbe inferiore del 17% nelle persone che praticano attività fisica moderata secondo le raccomandazioni dell’OMS;

Infine, è fondamentale fare prevenzione tenendo sotto controllo, soprattutto dopo i 40 anni, la pressione arteriosa e la frequenza del battito cardiaco, ed effettuando periodici esami del sangue comprensivi di glicemia, colesterolemia e trigliceridemia.

 

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