Microbiota e problemi urogenitali nella donna
Donne sportive, in menopausa e in gravidanza le più colpite
La maggior parte delle donne nella vita ha accusato almeno una volta problemi all’apparato urogenitale, quali vaginiti, vaginosi, candidosi o cistiti. Le circostanze in cui si presentano sono diverse e tra queste ricordiamo:
•terapie antibiotiche. Alterano l’equilibrio del microbiota intestinale andando a ridurre numericamente specie a noi favorevoli. Il “vuoto” da esse lasciato viene facilmente occupato da specie patogene che proliferando innescheranno poi la patologia;
• gravidanza. I forti cambiamenti che si verificano nel microbiota intestinale della donna gravida, soprattutto nel terzo trimestre, permettono l’aumento di peso della madre e la crescita del feto accompagnandolo alla nascita. Tutto ciò porta ad un aumento dell’infiammazione sistemica e ad un calo delle difese immunitarie della madre. Queste situazioni, se accompagnate da un calo dei lattobacilli vaginali, possono favorire la comparsa di patologie urogenitali;
• menopausa. In questa fase della vita il calo di estrogeni altera l’acidità dell’ambiente vaginale rendendo più facile lo sviluppo di infezioni urinarie, a ciò si aggiunge un cambiamento del microbiota intestinale che porta ad un indebolimento delle difese immunitarie;
• donne sportive. Le atlete impegnate in attività sportiva di lunga durata, quali ad esempio corsa e ciclismo, sottopongono l’apparato urogenitale a continui piccoli traumi i quali provocano processi infiammatori locali che rendono più semplice la comparsa di infezioni urogenitali.
Equilibrio del microbiota e patologie urogenitali
Si può facilmente intuire come la comparsa di patologie urogenitali sia strettamente correlata alla salute del microbiota intestinale. Nella donna questo collegamento è ancora più stretto in quanto anatomicamente l’ambiente vaginale si trova molto vicino all’intestino. Un microbiota intestinale in equilibrio in genere corrisponde a un ambiente vaginale sano in cui prevalgono specie di lattobacilli, capaci di impedire la proliferazione di agenti patogeni con la produzione di sostanze come perossidi, acido lattico e batteriocine. Quando per i motivi indicati e molti altri questo equilibrio si rompe, calano i lattobacilli del distretto vaginale e i microrganismi patogeni riescono finalmente a proliferare portando alla comparsa delle più frequenti patologie urogenitali:
• cistite. È una tipica infezione del tratto urinario, la maggior parte delle volte provocata da specie di Escherichia coli. Questo batterio, normalmente presente nell’intestino, approfitta prima di un microbiota intestinale e poi vaginale alterato per proliferare e risalire nelle vie urinarie provocando i sintomi tipici della patologia;
• candidosi. Anche in questo caso la causa è un microrganismo normalmente presente fin dalla nascita, Candida albicans, che approfitta di un’alterazione del microbiota intestinale e vaginale e un seguente calo delle difese immunitarie per proliferare. Sintomi tipici possono manifestarsi a livello intestinale con problemi digestivi, gonfiore e alternanza tra stitichezza e diarrea. A livello vaginale invece vanno dal bruciore e prurito intenso a perdite bianche simili a ricotta;
• vaginosi batterica. È una situazione simile alla precedente in cui a prendere il sopravvento è un batterio normalmente presente a livello intestinale e vaginale, Gardnerella vaginalis, provocando bruciore e perdite grigiastre maleodoranti con odore simile a quello del pesce. Non è presente infiammazione e molte volte si presenta in maniera asintomatica;
• vaginite aerobica. È simile alla vaginosi batterica, provocata però da microrganismi aerobi come per esempio Escherichia coli. L’infiammazione in questo caso è elevata dando il classico bruciore, eritema della mucosa e perdite giallastre maleodoranti ma senza l’odore di pesce tipico della vaginosi.
Un aiuto da parte dei probiotici
Le terapie più comuni prevedono l’uso di antifungini e antibiotici che, soprattutto se usati di frequente, possono portare ad un aumento dell’alterazione del microbiota e fenomeni di antibiotico-resistenza. Inoltre, in passato era molto frequente l’uso di lavande, usate con lo scopo di aumentare l’igiene dell’ambiente vaginale. Questa pratica però influisce negativamente sul microbiota locale in quanto elimina buona parte dei batteri benefici indebolendo le difese. Per questo motivo cresce sempre di più l’utilizzo di probiotici sia orali che intravaginali con l’intento di ripristinare l’equilibrio intestinale e la prevalenza di lattobacilli a livello vaginale. Essi infatti, una volta arrivati nel loro sito di proliferazione, impediscono l’attecchimento e la crescita dei microrganismi patogeni competendo per gli stessi nutrienti e producendo sostanze antimicrobiche. Tra i principali probiotici utilizzati per le infezioni urogenitali ricordiamo:
• Lactobacillus plantarum. Somministrato oralmente è in grado di colonizzare l’ambiente vaginale andando ad aumentare il numero di lattobacilli e regolando l’acidità locale. Contrasta in modo efficace Candida albicans ed Escherichia coli;
• Lactobacillus rhamnosus. Efficace contro diarree e stitichezza, riduce il numero di infezioni del tratto urinario, vaginosi e candidosi;
• Lactobacillus acidophilus. Produce enzimi digestivi (migliora ad esempio la digestione del lattosio, lo zucchero del latte), vitamine del gruppo B e soprattutto acido lattico e altre sostanze antimicrobiche capaci di fermare la crescita dei principali ceppi patogeni. Si è rivelato molto efficace nel tenere sotto controllo infezioni da Candida albicans;
• Lactobacillus reuteri. Come il precedente aiuta i processi digestivi e produce vitamine del gruppo B, inoltre contrasta i patogeni e contribuisce a sviluppare le difese immunitarie;
• Bifidobacterium longum. Naturalmente presente nella vagina e nell’intestino, contribuisce alla disintossicazione epatica e alla produzione di vitamine del gruppo B. Produce acido lattico inibendo la colonizzazione di microrganismi patogeni;
• Saccharomyces boulardii. A differenza dei precedenti si tratta di un lievito. Questo probiotico si è dimostrato molto efficace nel contrastare microrganismi patogeni tra cui Candida albicans, inoltre riduce gli effetti della terapia antibiotica sull’intestino e contrasta la diarrea di varia natura. Tende a scomparire dall’intestino pochi giorni dopo la fine della somministrazione.
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