Perché scegliere di lavorare in questa Azienda?
Etica, accoglienza e formazione fanno la differenza
Consultando il sito www.farcomtrento.com delle Farmacie comunali di Trento, alla sezione “lavora con noi” si legge:
Cosa ti chiediamo?
Devi amare il tuo lavoro, non cerchiamo venditori ma appassionati della propria professione.
Ottimo rapporto con il pubblico e capacità comunicative.
Spirito di squadra e flessibilità.
La descrizione delinea una figura che, oltre alla professionalità, mostri passione, dia valore al rapporto con l’utenza e ami lavorare in team. Requisiti che renderanno il nuovo assunto un elemento costruttivo e ben inserito sia nella realtà della singola farmacia sia nel più ampio contesto aziendale. Perché non dare voce a coloro che hanno deciso di rispondere a questa ricerca di personale accettando la sfida?
Nasce così la rubrica Lavorare in Farmacie comunali Trento che nel corso dell’anno ci porterà a conoscere alcune delle persone che hanno deciso di fare parte di questa realtà aziendale.
Iniziamo con le new entry, intervistando alcune delle farmaciste neoassunte.
Dottoressa Lorusso, un mese alle comunali di Trento, ma non alla prima esperienza in farmacia.
Avendo avuto già un’esperienza lavorativa di sei anni – in parte nelle farmacie private e in parte nelle comunali di Rovereto – ho potuto portare con me un piccolo bagaglio di vissuto che si è rivelato utile. Ad esempio, la farmacia privata era parte di un contesto di multinazionale, e nell’altra Azienda comunale è utilizzato il medesimo programma gestionale di Trento.
Per quanto riguarda l’utenza, giorno dopo giorno la sto conoscendo e mi sto facendo conoscere. Come accade anche per un giovane medico di famiglia che all’inizio coglie un po’ di diffidenza tra i pazienti, allo stesso modo per una nuova farmacista è necessario costruire gradualmente un rapporto di fiducia con gli utenti.
Parallelamente mi trovo molto bene anche con i colleghi. Essendo più grandi di me, apprezzo la possibilità di imparare da loro e di avere un importante scambio generazionale. Inoltre, la possibilità di seguire e svolgere le attività in tutte le aree operative della farmacia è sicuramente una scelta aziendale di grande impatto sulla formazione professionale complessiva.
E poi, che dire della direttrice, la dottoressa Maddalena: è super sprint!
Studio, pratica, aggiornamento…
Recentemente ho letto che si sta valutando la revisione dell’impostazione del corso di studi universitari in farmacia, affinché sia maggiormente legato alla realtà in farmacia. Infatti, vengono trasmesse poche nozioni che preparino alla costruzione del rapporto con l’utente e quindi all’attività al banco. Come detto prima, qui entrano in gioco i colleghi in farmacia con il learning by doing.
Credo nel valore dello studio e ho seguito corsi con esperti (dermatologo, otorino…) per ampliare le mie conoscenze.
Amo particolarmente l’ambito della fitoterapia e della medicina alternativa, soprattutto come primo approccio – contrastando però il pensiero del “naturale non fa male” – e mi sto interessando anche all’omeopatia.
L’importanza del costante aggiornamento si evidenzia anche per essere all’altezza delle obiezioni legate al “dottor Google” – utilizzato dagli utenti – e per contrastare l’abitudine che potrebbe rischiare di appiattire la nostra professionalità.
Come vede la figura del farmacista nel futuro?
Ritengo si dovrebbe dare maggiore credito alla professionalità del farmacista. Svolgiamo studi che ci portano ad acquisire importanti competenze scientifiche utili per rispondere in modo ampio alle necessità di salute degli utenti e assisterli nel percorso di benessere.
Il futuro della farmacia e del farmacista sta evolvendo, e ne sono conferma i servizi che in essa sono stati attivati, ad esempio gli screening per la prevenzione.
Dottoressa Ganarin, riflessioni sul suo primo anno in farmacia?
Nella precedente esperienza postlaurea avevo svolto soltanto attività in magazzino perché in attesa di sostenere l’esame di stato, quindi, questa è la mia prima volta in farmacia a 360 gradi.
Durante gli studi universitari, la mia idea di possibile ambito lavorativo era molto ampia e diversificata (chimico-farmaceutico o clinico-ospedaliero) e inizialmente non comprendeva la farmacia. Immaginavo che l’attività in farmacia fosse assai diversa e anche in parte noiosa, ma ho scoperto che non lo è affatto, anzi è assai variegata e stimolante.
Mi sono anche resa conto che il percorso di studio universitario ci fornisce grande preparazione tecnico-scientifica (la chimica è il nostro mondo), ma non altrettanto per l’approccio all’utente e per la dispensazione, quindi la cosiddetta “attività al banco”.
Sto quindi imparando molto, anche grazie ai miei colleghi, e acquisendo esperienza. Inoltre, non essendo stata assegnata a una singola farmacia, mi sposto in varie realtà (Clarina, PioX, San Giuseppe… ), e ciò mi aiuta a entrare in contatto con differenti tipologie di utenza.
Sto sperimentando quanto sia forte e piacevole il senso di connessione e di rete tra tutti i colleghi, e come si rinsaldi anche grazie alle occasioni di formazione organizzate dall’azienda.
Nella scheda di presentazione pubblicata nello scorso numero, lei ha indicato come frase che la descrive “Non sempre le nuvole offuscano il cielo: a volte lo illuminano” ed “empatia” come superpotere.
La frase è un messaggio da trasmettere alla persona che entra in farmacia con una preoccupazione legata allo stato di salute – suo o dei suoi cari – che le fa vivere un momento buio. In tale situazione può trovare uno spiraglio di luce e positività confrontandosi con il farmacista, pronto ad ascoltare e consigliare.
L’empatia è strettamente collegata. Infatti, mi immedesimo nello stato d’animo altrui. Quindi l’approccio è sempre di accoglienza, ponendomi in ascolto non solo delle parole, ma soprattutto del non detto che anche uno sguardo racconta.
Farmacista e amante degli animali: un binomio interessante per gli utenti a quattro zampe
Allevando gatti norvegesi delle foreste e avendo dei pastori australiani, l’esperienza personale mi ha portata non soltanto a prendermene cura, ma anche a gestire eventi particolari quali la gravidanza e il parto, a seguire la cucciolata, accompagnandola poi verso l’inserimento nella nuova famiglia.
Nella farmacia Clarina abbiamo un piccolo reparto con i prodotti di base; quindi, quando le persone sono interessate mi trovo a utilizzare la mia professionalità nel consiglio di prodotti ordinabili e di cui, per esperienza, conosco già il funzionamento.
L’approccio avviene grazie alla costruzione di un dialogo tra persone che condividono l’amore per i nostri amici a quattro zampe, magari fornendo anche un consiglio comportamentale da applicare nel rapporto con il proprio animale.
Dottoressa Abbaticchio, gli aspetti salienti dell’esperienza vissuta sino a oggi in farmacia?
Alla farmacia comunale Clarina i servizi offerti sono numerosi, e la clientela è eterogenea per età ed esigenze, oltre a essere composta da residenti e non.
Qui il confronto è costante e stimolante, mentre la distribuzione delle attività è trasversale e complessiva. La Direttrice è la figura di riferimento, ma – a differenza di quanto avviene in numerose farmacie private nelle quali è unicamente il titolare a svolgere le mansioni amministrative, cioè quelle non a contatto con l’utenza – alle comunali di Trento la visione è differente.
Ad esempio, anche il confronto con l’informatore scientifico del farmaco può venire delegato al farmacista collaboratore.
Il termine collaboratore assume, quindi, un valore più ampio e responsabilizzante.
Oltre alla vita in farmacia, come percepisce l’essere parte dell’organico di una grande azienda?
Ci si sente parte di una solida realtà strutturata e coinvolgente. I diversi uffici della sede centrale supportano e affiancano l’attività delle singole farmacie e sono riferimento di tutti noi che siamo dislocati sul territorio. L’ambiente dinamico crea un clima positivo e di confronto.
Caratteristiche, anzi qualità, rilevanti dell’Azienda sono l’accoglienza e l’attenzione per il singolo.
Nel mio caso, ad esempio, sono cambiate le esigenze di vita personale con necessità di riduzione dell’orario lavorativo. Esigenze e necessità che Farmacie comunali Trento ha accolto favorevolmente permettendomi di modificare l’orario, senza che ciò andasse a discapito della qualità del mio lavoro.
Studio, pratica, aggiornamento…
“Continuare a imparare”, questo è il mio motto.
Oggi sto arrivando da un corso di aggiornamento di FC Academy* dedicato a “Il dolore nell’integrazione” declinato per le diverse esigenze in relazione all’età, quindi per il bambino, l’adulto (uomo/donna) e l’anziano. Affrontando casistiche, variabili e reali esperienze vissute dai colleghi, approfondiamo e costruiamo insieme nuove possibilità di risposta alle esigenze di salute dei nostri utenti, che ci aiutano anche a superare le abitudini nel fornire il consiglio.
Lo scambio con i colleghi è vario e vasto e consente di creare rete professionalmente e umanamente.
Per quanto riguarda ambiti specifici, da sempre nutro un profondo interesse per la fitoterapia e ora sto approfondendo anche il settore della cosmesi in cui le creme sono sempre più evolute e diversificate per una risposta personalizzata capace di fondere bellezza e salute della pelle.
In sintesi, rispolvero quanto sapevo approfondendo e aggiornandomi: una grande ricchezza!
Dottoressa Paone, il primo anno in Farmacie comunali di Trento, ma, in realtà, si tratta di un ritorno
Esatto. Avevo già lavoravo in questa Azienda nel 2009 e 2010 quando non avevo ancora sostenuto l’esame di stato. Poi ho fatto la mamma…
Avendo mantenuto dei buoni rapporti, nel momento in cui decisi di affiancare al ruolo di mamma quello di farmacista, ci siamo risentiti.
Grazie alla disponibilità dell’azienda, ho potuto optare per il part-time.
Oggi vi è maggiore flessibilità e una visione più aperta per quanto concerne il rapporto tra tempo lavorativo e tempo personale.
Il part-time è stimolante poiché si ha la possibilità di conciliare e diversificare i propri impegni, dedicando a ciascuno di essi il giusto tempo con maggiore serenità.
Essere giovane mamma ha ricadute in farmacia?
Oggi posso consigliare non soltanto basandomi sulla professionalità di farmacista, ma anche utilizzando l’esperienza di madre.
Poi la maturità porta ad affinare alcune disposizioni come pazienza e ascolto. Ritengo, infatti, di avere oggi una diversa predisposizione e consapevolezza.
Con il lavoro in farmacia è ripreso anche l’aggiornamento.
Sono ripartita con la formazione a 360 gradi per riprendere dopo il periodo di sosta.
La formula di FC Academy* proposta dall’Azienda è interessante e originale, come l’“esposizione di dubbi” con un modulo che compiliamo prima dell’incontro. Ovviamente per quanto si studi, non tutto è riportato nei libri, e lo scambio esperienziale tra colleghi si rivela essere arricchente.
L’aspetto di continuo miglioramento e stimolo al confronto su cui si basa la filosofia dell’Azienda è molto positivo e costituisce una delle caratteristiche importanti che fanno la differenza.
Dalle sue parole risulta evidente perché la scelta di ritornare in Fct.
All’inizio avevo fatto colloqui con alcune farmacie dove la domanda ricorrente era se avessi progetti di matrimonio e maternità. In Farmacie comunali Trento, invece, si punta sulla professionalità e sul valore della persona che diviene parte dello staff. Questa grande famiglia è la forza dell’Azienda.
Lo slogan “farmacie con il cuore” è anche questo, insieme all’attenzione per l’utente che entra in farmacia.
Dottoressa Tosato, quale bilancio dopo quasi sei mesi al dispensario di Nogaredo?
Non sapevo cosa aspettarmi dall’esperienza al dispensario poiché essendo una tipologia di presidio poco diffusa non è conosciuta.
Arrivavo da una farmacia cittadina e “frenetica” e mi sono trovata in una piccola farmacia che raccoglie tante frazioni e alcuni paesini. E qui, ho riscoperto il valore e il piacere del lavoro.
Anche la gestione del punto vendita, gli ordini ecc. sono di grande stimolo.
Al dispensario sono da sola ma non mi sento sola poiché sia l’utenza positiva sia la vicinanza dei colleghi mi fanno sentire parte della comunità locale e aziendale.
È sicuramente un bilancio positivo.
Per quanto riguarda la realtà aziendale?
Mi pare di essere “Alice nel paese delle meraviglie” anche se – da tempo – ho superato la giovane età della neolaureata e nel corso degli anni ho visto numerosi luoghi e vissuto diverse realtà.
Un esempio? La mia prima esperienza in farmacia è stata a Trani in provincia di Bari.
Spiegare la logica della salute secondo l’azienda Farmacie comunali Trento riempie d’orgoglio.
Ovviamente, anche la dimensione commerciale ha la sua importanza – siamo un’azienda –, ma l’approccio ha un impatto etico e professionale.
In Azienda ho trovato supporto sia tecnico sia per la formazione: assicuro che non è scontato e che fa la differenza. L’aggiornamento, infatti, può essere faticoso senza un supporto. Anche la realtà della FC Academy* è molto interessante e stimolante.
Come conciliare professione e famiglia?
Trovare un compromesso con le esigenze familiari è fondamentale. In particolare, per chi, come me, ha una bambina piccola e i genitori lontani, quindi, non può usufruire del supporto dei nonni.
Assolvere alle esigenze di base di salute delle persone che entrano in farmacia penso sia un dovere e lo sia anche accompagnarlo con gentilezza e serenità. Una serenità risultante dal vivere la professione e la famiglia non come realtà una a discapito dell’altra, ma come importanti componenti del nostro essere persone e professioniste.
Accogliere e dare assistenza in modo qualitativo, amichevole e paziente è ugualmente importante in famiglia e in farmacia.
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