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Il valore degli omega 3

Scopriamone proprietà e fonti alimentari

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In questi ultimi periodi si parla molto di omega 3, ma che cosa sono?

Dal punto di vista chimico, gli omega 3 sono acidi grassi a lunga catena con un doppio legame posizionato a 3 atomi di carbonio dalla fine della stessa. É una famiglia di molecole, ognuna con proprietà e caratteristiche differenti. I più importanti sono: il capostipite, l’acido alfa linoleico (Ala), e i suoi derivati, che hanno nomi pressoché impronunciabili e che quindi chiameremo con le loro iniziali Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico). Esistono famiglie simili, gli omega 6 e gli omega 9, le cui funzioni – in alcuni casi – si intrecciano nel nostro organismo con quelle degli omega 3.

La dottoressa Francesca Carità (a sinistra) con la dottoressa Francesca Foglietta, direttrice della farmacia Clarina.

Il ruolo degli omega 3 nell’organismo

Possiamo iniziare con quello che i dati scientifici hanno confermato e dalle azioni terapeutiche che ne derivano e che sono state approvate dal nostro Ministero della salute:

  • prevenzione e salvaguardia della salute cardiovascolare;
  • mantenimento e miglioramento della capacità visiva;
  • supporto alle funzioni cerebrali e contrasto al loro invecchiamento.

Questo significa che è stato dimostrato che, se presi nel giusto quantitativo, gli omega 3 modulano la pressione sanguigna, diminuiscono i trigliceridi e aumentano il colesterolo buono (Hdl). A livello del sistema nervoso rendono più fluida e veloce la neurotrasmissione e rallentano la progressione fisiologica di decadimento dell’attività neuronale. Riducono inoltre la secchezza oculare, molto diffusa con l’avanzare dell’età, e frenano la progressione delle maculopatie.

Gli studiosi non si sono fermati a queste già importantissime applicazioni: le azioni benefiche degli omega 3 sono state confermate anche in altri ambiti, grazie a più di 37000 studi pubblicati su riviste scientifiche. Vediamone alcune.

In gravidanza. Dha è in grado di passare attraversare la placenta, struttura che protegge il nascituro facendo fa filtro lasciando passare solo sostanze che reputa importanti per lo sviluppo del feto. Dha è proprio una di queste perché supporta lo sviluppo cerebrale e visivo del bambino, inoltre diminuisce la possibilità di insorgenza (una volta nato) di asma e diabete di tipo I. Le linee guida ginecologiche ne raccomandano l’assunzione durante questo periodo così speciale della vita della donna.

Infiammazione. Perché Epa e Dha sono importanti nei processi infiammatori? Perché il nostro magnifico corpo trasforma questi acidi grassi in sostanze coinvolte nel processo infiammatorio, come prostaglandine e leucotrieni. A questo punto è necessaria una piccola digressione: è estremamente importante che ognuno di noi sia in “grado di infiammarsi” perché è il modo con cui ci viene segnalato che c’è qualche problema. Il nostro corpo è in grado nella maggior parte dei casi di riportare questa “infiammazione“ alla condizione iniziale; pensate ad esempio quando urtiamo qualcosa, inizialmente sentiamo il dolore, primo campanello di allarme, poi il punto colpito si arrossa, si infiamma ma nel giro di pochi giorni torna tutto alla normalità. Epa e Dha fanno proprio questo: modulano l’infiammazione riportandola ad un valore ottimale. All’inizio dell’articolo abbiamo parlato degli omega 6, ed è proprio qui che le azioni delle due famiglie si intrecciano: omega 3 antinfiammatori, omega 6 pro-infiammatori in un equilibrio che è leggermente spostato (in condizioni ottimali) verso gli omega 6 pro-infiammatori.

Alimentazione e integrazione

Risulta abbastanza chiaro quanto sia importante la presenza degli omega 3 all’interno del nostro corpo. Purtroppo, non siamo in grado di produrli da soli. Quindi come ce li procuriamo? Li possiamo introdurre con il cibo.

L’alimento che contiene in assoluto più omega 3 è il pesce. Ma non tutto il pesce in maniera uguale: i pesci che vivono in mari freddi sono i più ricchi, quindi sbizzarritevi in cucina con sgombro, acciughe, aringhe, merluzzo e salmone. Anche la frutta secca e l’olio da lei estratto contengono omega 3, in quantità inferiore presenti nella selvaggina e nelle uova prodotte da galline libere di razzolare nei prati.

Un consiglio per l’acquisto: preferite dove possibile pesce pescato a quello di allevamento e scegliete gli oli che siano estratti nella maniera più efficace per mantenerne le giuste proprietà (generalmente estrazioni a freddo). Per i non amanti del pesce esistono in commercio integratori sia liquidi, sia in capsule che contengono omega 3.

Ultima ma non meno importante informazione: ma quanti omega 3 dobbiamo mangiare per avere il giusto supporto? Gli esperti consigliano a un adulto sano di mangiare pesce almeno 2 volte la settimana (200-300 g). Esigenze e dosaggi maggiori vanno ovviamente condivisi e valutati con gli specialisti della salute di riferimento.

Sperando di avervi incuriosito su queste splendide molecole, vi ricordo che potete rivolgervi in farmacia dove sono a disposizione, come tutte le mie colleghe e i miei colleghi, per ulteriori informazioni.

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