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Endometriosi: alcuni farmaci saranno rimborsati

Facilitato l’accesso alle cure

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Una grande notizia per le donne che soffrono di endometriosi: alcune specialità farmaceutiche contenenti il principio attivo dienogest per la terapia di prima linea sono state inserite nella fascia A del sistema sanitario nazionale, quindi in regime di rimborsabilità. 

L’Agenzia italiana del farmaco ha infatti inserito in fascia A il trattamento di prima linea con dienogest, agonista progestinico di quarta generazione, per il trattamento dell’endometriosi. Un’unica prescrizione di una confezione da 168 compresse da 2 mg ciascuna consente alle pazienti un trattamento continuativo per sei mesi, l’unico attualmente in commercio nel nostro Paese. Questa caratteristica non solo migliora l’aderenza terapeutica ma rappresenta anche un significativo risparmio economico.

La notizia, giunta a marzo – mese dedicato alla consapevolezza sull’endometriosi – e in prossimità della festa della donna, segna un momento di svolta per le donne affette da endometriosi, offrendo loro accesso a un trattamento efficace e sostenuto dal Sistema sanitario nazionale.

Un passo avanti nella lotta contro questa malattia cronica che in Italia colpisce circa il 10-15% delle donne in età riproduttiva. 

L’endometriosi è una patologia spesso sottovalutata e dai sintomi subdoli, come dolore pelvico, durante le mestruazioni e i rapporti sessuali, infertilità e affaticamento cronico. La diagnosi può essere difficile e richiede tempo – il ritardo diagnostico va dai 5 agli 8 anni – con un impatto significativo sulla qualità della vita di coloro che ne soffrono. L’accesso alle cure adeguate è fondamentale. «Un risultato considerevole – commenta il professore di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Cagliari Stefano Guerriero -, ma è fondamentale che le pazienti continuino a seguire la terapia affidata loro dal proprio ginecologo. Non tutte possono o devono assumere farmaci con dienogest».

L’Ape (Associazione progetto endometriosi – www.apendometriosi.it), da oltre 18 anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne con endometriosi, accoglie con soddisfazione la novità.

«La rimborsabilità di questi farmaci rappresenta un traguardo importante, ma non è l’unica sfida da affrontare – commenta Annalisa Frassineti, presidente dell’associazione -. L’Ape continua a impegnarsi per aumentare la consapevolezza sull’endometriosi; promuovere la ricerca per migliorare la diagnosi e la cura della malattia; sostenere le donne offrendo loro supporto e informazioni. Con il sostegno di tutti, possiamo dare speranza a tutte le donne che convivono con questa patologia».

 

Cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica. I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali e in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi.

L’endometriosi è una malattia complessa che ha origine dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, chiamato endometrio, in altri organi (ad esempio ovaie, tube, peritoneo, vagina e talvolta anche intestino e vescica), e provoca dolori fortissimi, tanto da limitare la vita quotidiana e lavorativa. Talvolta, anche i medici sottovalutano le diverse implicazioni.

L’endometriosi è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado”) riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.

Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza.

 

Fonti

www.apendometriosi.it

www.salute.gov.it

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