Essere giovani, oggi questo il titolo della puntata ravennate del podcast Sigmund, dedicata in particolare agli studenti e alle studentesse di tutte le scuole medie superiori della città.
L’evento, promosso dal Comune di Ravenna con il contributo di Azimut e Ravenna farmacie, ha avuto come cornice il teatro Alighieri di Ravenna.
Sul palco, Daniela Collu e Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, hanno affrontato diverse tematiche, particolarmente sentite dal mondo giovanile, proprio a partire dagli spunti e dalle riflessioni elaborate in classe dai ragazzi e dalle ragazze degli istituti superiori della città insieme ai docenti nelle settimane precedenti.
In particolare, sono stati affrontati aspetti legati ad alcuni macrotemi quali ansia da prestazione (insicurezza, scarsa autostima), gestione delle emozioni, socialità e relazionalità, disturbi del comportamento alimentare e autolesionismo, fino alle problematiche socio ambientali e al concetto di eco ansia.
Primo tema caldo è stata l’analisi delle differenze tra ansia e angoscia, quando il dottor Lancini ha iniziato spiegando che “l’ansia è l’emozione prevalente delle nuove generazioni, non solo degli adolescenti, anche dei giovani adulti, ma l’ansia di per sé è un’emozione salvifica. L’essere umano sperimenta l’ansia per anticipare i pericoli e, attraverso l’ansia, si è salvato molte volte.
Il tema è se poi l’ansia, che appunto è un sentimento che mette in allarme, che attiva rispetto anche a una passività, diventa – come in questi anni – pervasiva, quindi genera un blocco. A mio avviso oggi l’ansia in molti casi è diventata angoscia e quindi paralizza e non ti consente di procedere, diventa pervasiva, occupa la mente e non consente di pensare e di mettere in atto le azioni.
Si è proseguito con l’approccio alla sessualità e all’affettività, il cambiamento della socialità durante e dopo la pandemia, il rapporto con i genitori.
E poi la domanda centrale: come facciamo con le emozioni? “Il tema è proprio cosa le emozioni devono essere e come provare a dare loro un senso – ha proseguito il dottor Lancini –. Siccome a volte è difficile la mentalizzazione delle emozioni, esse devono essere comunicate. Questo può essere fatto a diversi livelli.
Io potrei dire di andare dagli specialisti, non a caso promuoviamo la presenza degli psicologi a scuola. Vi è però il bisogno di una possibilità che gli adulti, anche quotidianamente, siano in grado di ascoltare queste emozioni, che possono essere dirompenti. Quindi, come fare a gestire le emozioni? Come evitare o prevenire che diventino un’azione contro di sé o contro gli altri?
Per me il trucco è semplice: si deve trovare qualcuno con cui comunicarle”.
In chiusura l’invito rivolto sia ai ragazzi sia agli adulti a chiedere ascolto, a creare ascolto, a creare degli spazi in cui esternare le emozioni in maniera interlocutoria, interrogativa, così da poterle vivere e affrontare insieme.
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