La tutela della salute non conosce orari. Durante il giorno oppure la notte, nei giorni feriali o alla domenica o ancora in occasione di festività, le esigenze di salute non si modificano. Così pure le urgenze di farmaci e prodotti di prima necessità sanitaria. Ecco, dunque, che le farmacie e i farmacisti sono ancor più il primo riferimento per la salute.
Siamo andati alla farmacia comunale 8 a Ravenna che offre un “servizio 24 ore, tutti i giorni, tutto l’anno” e da oltre 20 anni garantisce il “servizio notturno” per il comprensorio comunale, dalle ore 22.30 fino alle ore 8.00. Oltre alla dispensazione dei farmaci, vengono erogati anche presidi di prima istanza come latte per neonati o materiale di medicazione o quanto risulti “urgente” all’utente. Naturalmente non sono accessibili tutti i servizi attivi durante le ore di apertura diurna feriale (ad esempio servizio Cup, cosmesi ecc.).
Abbiamo incontrato alcuni degli “angeli della salute” che svolgono il servizio notturno e quello festivo.
Dottoressa Patuelli, quali particolarità caratterizzano questo servizio?
Si tratta di giornate e notti in cui le situazioni possono essere molto varie: alcune volte si presentano poche persone, spesso l’esigenza sanitaria è importante e urgente, in alcuni casi riceviamo le richieste più strane. Una situazione frequente è la richiesta di dispensazione di un farmaco senza ricetta. In questi casi, non potendo procedere in altro modo, l’utente viene indirizzato alla guardia medica. Ovviamente, se può essere di aiuto, contattiamo noi stessi la guardia medica.
Altri esempi, per mostrare le differenti tipologie di urgenza che portano le persone in farmacia, possono essere la richiesta di latte per neonati come di una bombola per ossigeno oppure – in piena notte – di uno spazzolino.
Non va poi dimenticata la componente sociale del servizio. Una visita in farmacia per sconfiggere la solitudine non capita di rado, soprattutto in occasione delle festività.
Durante i due anni di pandemia come si è caratterizzato il servizio nei giorni festivi?
Ritorno con il ricordo all’incredibile 31 dicembre 2019, con la farmacia piena di utenti sino alle 21. Pensandoci oggi, può parere sia stato quasi un “presagio” di quello che sarebbe accaduto a breve distanza.
Nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno abbiamo registrato numeri elevati nello svolgimento dei tamponi: da 200 a 400 tamponi alla domenica. Eravamo suddivisi in due punti: uno per i tamponi in relazione all’uscita dalla quarantena, l’altro per i tamponi richiesti per l’accesso al lavoro. È necessaria grande attenzione in tutti i passaggi da effettuare, anche per l’inserimento dati.
Altra data memorabile per numero di tamponi – oltre 250 – risale all’1 novembre 2021.
Come concilia i turni in farmacia con la vita familiare?
I turni rientrano nella professionalità del mio lavoro. Inoltre, ho chiesto esplicitamente tale orario per avere tempo da dedicare ai figli, intercalandomi con mio marito. I ragazzi comprendono e apprezzano che io possa essere accanto a loro in varie occasioni durante la settimana e trascorrono più tempo con il padre nel corso del fine settimana.
Dottor Cardarella, qual è la sua esperienza di farmacista turnista?
Da circa tredici anni faccio parte dello staff alla farmacia comunale 8 di Ravenna e condivido con colleghe e colleghi i turni. Come in altre professioni, nella turnazione sono comprese le festività e le notti. Ed è proprio la professione scelta, ponendoci al servizio della salute, a rendere positivo lo spirito con cui andiamo a svolgere la nostra attività in farmacia, qualsiasi sia l’orario o la giornata.
Spesso nelle vacanze di Natale riceviamo anche segni di affetto da parte dei negozianti vicini e degli utenti. Ad esempio, durante il momento più critico dell’emergenza pandemica, il bar ci ha portato i pasticcini per rincuorarci. Dimostrazioni di vicinanza e condivisione che ci confermano di svolgere un servizio di utilità, non soltanto sanitaria ma anche sociale.
In merito alla tipologia di richieste durante il servizio?
Le situazioni possono essere assai variegate. Ad esempio, oggi sono reduce da una nottata serena e tranquilla, mentre alcune volte si crea la coda di persone in attesa.
La domenica registra situazioni anche di emergenza come la ricerca di una bombola di ossigeno oppure di esitare un farmaco come la morfina per la terapia del dolore. In questi casi il volto delle persone è visibilmente segnato dalle situazioni che stanno vivendo al fianco dei malati che assistono. Sguardi che si incrociano, uno raccontando e l’altro cercando di dare conforto.
La nostra professionalità è stata ed è in prima linea ancor più nel periodo del covid-19 e ci vede attivi, ad esempio con il servizio per i tamponi, che registra grande affluenza durante la domenica.
Come concilia i turni in farmacia con la vita familiare?
La famiglia condivide la mia scelta ed è coinvolta nel mio lavoro: per organizzare un week end o altri impegni programmiamo e incastriamo.
Dottoressa Giorgini, qual è la sua esperienza di farmacista turnista?
Da circa cinque anni sono nello staff della farmacia comunale 8 e mi alterno nella turnazione, ma da due anni non svolgo più le notti.
I ricordi sono vari, da quelli delle due notti di Capodanno di alcuni anni fa alle domeniche durante la pandemia. Analogamente anche i casi che si sono presentati sono assai diversificati. Indubbiamente, quelli legati alle richieste di aiuto e supporto in situazioni di “emergenza” attivano maggiormente la nostra professionalità dando senso e valore alla nostra presenza.
Il periodo più difficile è indubbiamente quello della pandemia che ha inserito nuove attività quali lo svolgimento dei tamponi, registrando numeri significativi durante la domenica, quando le persone necessitavano di effettuarli per accedere al lunedì ai luoghi di lavoro.
Dottoressa Cavina, come vive il prestare servizio durante la notte e le festività?
Dal 2002 sono alla farmacia 8 di Ravenna, quindi svolgo il servizio da 20 anni e sino al 2018 anche quello notturno. Con le colleghe e i colleghi calendarizziamo i turni suddividendo la copertura del servizio in modo tale da venire incontro alle esigenze di tutti e considerando la gestione della vita extra lavorativa.
Per quanto concerne lo svolgimento del servizio in farmacia, sappiamo che le festività amplificano gli stati d’animo delle persone e che senza il riferimento del medico di famiglia le situazioni possono essere maggiormente complesse: ci prodighiamo, quindi, per risolvere le criticità.
Aneddoti o situazioni particolari?
Vi sono le richieste originali nelle ore notturne, come la tinta per capelli o, riferitomi da un collega, il test dei trucchi. Durante un servizio notturno arrivò un signore alle 4 del mattino chiedendo spazzolino, dentifricio, sapone e schiuma da barba e aggiungendo «mia moglie mi ha appena cacciato di casa».
Ma durante le notti diventa purtroppo palese la solitudine che porta a telefonare anche soltanto per un conforto e una rassicurazione. Ne sono esempio la telefonata ricevuta per alcuni anni alle 5 del mattino per sapere come assumere la terapia oppure la tenerezza della signora sola che telefonava per il desiderio di fare quattro chiacchiere.
Da non dimenticare l’ambito veterinario con le richieste per i nostri amici a quattro zampe, come l’urgenza di carbone vegetale a causa di avvelenamento del cane.
![](https://www.pharmacom.news/wp-content/uploads/2022/04/Conti-e-Fabbri-750x430.jpg)
Dottoressa Fabbri, che cosa significa essere farmacista turnista?
Svolgere questo servizio richiede di cercare di avere sempre e velocemente la soluzione al problema ed essere dotati di self control è indispensabile, anche perché durante la notte e le festività si verificano situazioni più “stressanti” rispetto al servizio diurno feriale: ad esempio, l’utente che non trova la guardia medica o che a casa non ha i farmaci necessari è comprensibilmente più teso.
Nei miei anni di lavoro, prima di essere alla farmacia comunale 8, svolgevo attività con orari classici. Avevo desiderato sin dall’inizio della professione e avevo chiesto all’ingresso in Ravenna Farmacie di essere inserita nella turnazione. Il 2022 è il mio terzo anno alla comunale 8, dove il mio inizio ha coinciso con quello della pandemia. Gli scorsi due anni sono stati molto impegnativi, ma ho sperimentato che la mia professione ha potuto fare la differenza e ho sentito di essere stata utile. Ovviamente, non soltanto durante le festività o le notti. E poi ho percepito che le persone hanno condiviso e dato valore al nostro impegno. Mi sento di affermare che tutto ciò mi scalda il cuore.
Ricordi particolari o curiosi?
Una domenica ero nell’area della farmacia dedicata agli alimenti speciali, una signora anziana venne per comprare della cioccolata per diabetici. Le chiesi se avesse bisogno di qualcos’altro. Mi rispose: «No, sono venuta per vedere un viso giovane e scambiare qualche parola». Mi sono accostata a parlare con lei come se fosse stata mia nonna.
All’estremo opposto, ho ricevuto telefonate durante la notte da persone che chiedevano se vendessimo la carta igienica o la coca cola zero: forse motivati dall’estremizzare i concetti di igiene e di dieta?
Si prova senso di solitudine durante queste ore di servizio o in situazioni di emergenza?
Direi di no, poiché cogliamo la vicinanza e sentiamo il supporto a vari livelli.
Sicuramente, molte persone vedendo il nostro coinvolgimento, oltre a riconoscere la professionalità, danno senso alla nostra presenza dicendoci, ad esempio, «meno male che ci siete voi».
Inoltre, in caso di necessità, sappiamo di poter contattare i colleghi come anche la direttrice della farmacia, la dottoressa Maria Grazia Conti, come già facevamo con il precedente direttore, il dottor Gabriele Taglioni.
I commenti sono chiusi.