LA RIVISTA DELLE FARMACIE COMUNALI DELLA TUA CITTÀ

Farmaci usati come “sballo”

Pericoli tra abuso e dipendenza

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Prosegue il progetto di educazione alla salute che vede la collaborazione tra il liceo artistico Nervi Severini e Ravenna farmacie, grazie all’impegno delle dottoresse Maria Grazia Conti e Giulia Fabbri, rispettivamente direttrice e farmacista della farmacia comunale 8.

Allarme farmasballo è il titolo dell’incontro tenutosi lo scorso 4 marzo con le classi 1F, 2D, 3G, 4E, 4G del Liceo. Un titolo forte scelto per essere d’impatto come, purtroppo, lo è l’emergenza dell’abuso di sostanze psicoattive a scopo “ricreativo” tra gli adolescenti.

“L’abuso riguarda 1 giovane su 10. Il fenomeno – hanno spiegato le farmaciste – è in crescita costante grazie anche alla facilità di reperimento dei farmaci in questione, spesso disponibili in casa, acquistati facilmente su internet tramite il dark web, recuperati per strada sfuggendo così al controllo degli adulti. Questi farmaci, se usati e abusati a scopi ludici, alimentano la dipendenza, portando allo sviluppo di comportamenti aggressivi e pericolosi con conseguenze spesso irreversibili”.

Emergenza che diventa oggi più che mai allarmante rendendo necessario un dialogo informativo e aperto sul tema di una nuova dipendenza giovanile.

“L’educazione alla salute in una scuola deve essere un primario obiettivo e deve consistere in una vera e propria attività di comunicazione che comprende l’insegnamento e l’apprendimento di conoscenze, ma anche atteggiamenti, valori, abilità e competenze – sottolinea la professoressa Maria Clara Campajola, coordinatrice dell’iniziativa al Liceo –. Promuovere percorsi di informazione per le giovani generazioni significa prevenzione, benessere individuale e collettivo. Per questa ragione la scuola diventa un luogo privilegiato dove imparare a stare bene, perché la salute deve essere concepita come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di malattie o infermità. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea assume in questo senso un’ottica di trasversalità prevedendo che tutte le politiche e le attività dell’unione debbano garantire la protezione della salute umana”.

Approfondiamo il tema con le farmaciste Maria Grazia Conti e Giulia Fabbri relatrici dell’incontro.

Le farmaciste (da sinistra)
Giulia Fabbri e Maria Grazia Conti.

Il farmasballo è un tema assai complesso da trattare. Da quali argomenti avete iniziato per affrontarlo?

Partendo dalla definizione di droga fornita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e parlando delle tossicodipendenze da nicotina, alcool, farmaci, arrivando sino alla dipendenza da social.

L’Oms definisce droga “qualsiasi sostanza che introdotta in un organismo vivente ne modifica il funzionamento e/o gli atteggiamenti sia fisici che psichici”. La droga provoca dipendenza, cioè una condizione patologica per cui la persona perde ogni possibilità di controllo sull’uso della sostanza.

I passaggi dall’abitudine alla necessità, arrivando poi alla situazione patologica sono difficilmente evidenti per coloro che li stanno vivendo, spesso non rendendosi conto della pericolosità del percorso in atto.

La dipendenza si manifesta in modi diversi ed è legata sia a sostanze sia a comportamenti. Pensiamo, infatti, a quelle da social network e da gioco d’azzardo.

Parliamo di farmacodipendenza. Che cos’è e quali farmaci possono causarla?

Si ha una situazione di farmacodipendenza quando una persona sente il bisogno di assumere un farmaco in maniera compulsiva, ripetuta e quantitativamente eccessiva.

I farmaci possono essere antidolorifici, ansiolitici, antidepressivi, barbiturici, dimagranti, narcotici, sonniferi, stimolanti come anfetamine e metanfetamine.

Risulta evidente che a causare dipendenza non è il farmaco in sé.

I medicinali, se assunti nelle giuste dosi e nelle adeguate condizioni psicofisiche, possono migliorare la gestione dei problemi psichici e fisici che affliggono una persona; a essere potenzialmente dannosi sono: la dose che viene assunta, quando è eccessiva, e i tempi di assunzione, quando si fa ricorso al farmaco sempre più spesso e senza controllo. In quest’ultimo caso si sviluppa una vera e propria dipendenza psico-fisica che può avere conseguenze veramente gravi.

Viene quindi completamente snaturata la positiva funzione del farmaco.

Noi abbiamo coniato la frase “paradiso vs inferno”, creando una sorta di immagine dei due mondi antitetici nei quali il farmaco ci può condurre: da quello paradisiaco, alleviando dolori anche importanti causati da patologie come quelle oncologiche, a quello infernale, che si accompagna alla dipendenza e alla distruzione della persona.

La cronaca internazionale e italiana ha portato e porta alla luce alcuni esempi eclatanti di questa contrapposizione tra sollievo e dannazione. Ne avete parlato con gli studenti?

Certamente. Il problema dell’ossicodone prima e del fentanil dopo sono stati trattati proprio partendo dalla lettura di alcuni articoli di quotidiani dedicati alla situazione internazionale e nazionale.

L’ossicodone, continua a fare registrare numeri elevati di decessi tanto da parlare di epidemia negli Stati uniti.

Il fentanil è un oppioide sintetico appartenente alla famiglia degli antidolorifici forti e utilizzato come anestetico e analgesico sia in medicina umana sia veterinaria. Secondo il Ministero della salute italiano è il farmaco di elezione per i malati terminali. Allo stesso tempo – tornando al paragone “paradiso vs inferno” – viene anche chiamato la “droga degli zombie” per la capacità di trasformare chi ne abusa in “morti che camminano”.

Nel dark web è il farmaco più cliccato e acquistato e per lo sballo domina il mercato al pari della cocaina, soprattutto negli Stati uniti, ma anche in Italia sono in aumento le inchieste legate al suo spaccio mentre salgono l’attenzione al mondo dei giovani e il livello di guardia.

Non abbiamo tralasciato nemmeno la trattazione delle benzodiazepine, che sono il terzo farmaco in assoluto più abusato sia in adolescenza che in età adulta. L’utilizzo di questi farmaci per un periodo superiore alle quattro settimane determina nel 50% degli individui una dipendenza fisica o psicologica.

Anche la recente serie tv Painkiller ha esplorato le origini e le conseguenze della crisi causata dall’ossicodone.

La fiction narra del medicinale a base di ossicodone, che a fine anni ’90 dilaga incontrollato seminando dipendenza e morte negli Usa. Painkiller è la storia vera della piaga dei medicinali oppioidi negli Stati uniti in grado di raccontare una tragedia che ancora continua.

Nel corso della conferenza agli studenti abbiamo fatto riferimento anche a questa serie. Riteniamo importante citare e proporre loro fonti e spunti di riflessione provenienti da differenti ambiti e canali informativi.

Siamo spinte in tal senso da quello che sentiamo quasi come un obbligo professionale, cioè di accompagnarli a osservare e riflettere su ciò che li circonda e da cui possono essere utilmente informati o influenzati negativamente in merito al loro benessere.

Approfondendo i temi che avremmo trattato durante l’incontro, abbiamo svolto ricerche anche online e – non con stupore ma con preoccupazione – abbiamo reperito informazioni non corrette e molto pericolose che spiegano come associare principi attivi e ottenere farmaci che non sono acquistabili nei canali legali.

Altro tema che avete affrontato è stato quello della dipendenza dai social e della necessità compulsiva di una costante connessione, ma a questo argomento daremo spazio in un prossimo articolo.

Considerazioni sull’incontro con i ragazzi e sull’interesse che la conferenza può avere suscitato in loro?

I ragazzi sono sempre molto partecipativi e “presi” dagli argomenti, quindi siamo ascoltate con grande attenzione. Ovviamente l’impegno nella preparazione degli incontri in aula richiede sia approfondimento sia creatività per trovare la chiave giusta a raggiungerli, ma è grande la gratificazione provata al termine di queste conferenze.

Oltre a nozioni, abbiamo proposto dei casi vissuti da noi in farmacia e illustrato situazioni reali e locali (uno degli articoli di giornale riferiva del furto di antidolorifici da parte di un giovane proprio ai danni di una farmacia di Ravenna farmacie). Ciò li ha colpiti scoprendo pure – e noi con loro – che spesso le ovvietà date per acquisite non sono tali.

Ad esempio?

Molti di loro non sapevano che cosa misura il test dell’alcol. Questo ha generato interesse e stimolato la discussione e il desiderio di approfondire.

Essere riuscite a vivere il ruolo sanitario del farmacista facendo informazione ed educazione in campo farmacologico conferisce valore alla nostra professione. Riteniamo sia importante “andare oltre il banco della farmacia”.

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