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Le donazioni di sangue sono bene prezioso. Cercasi volontari

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Come ogni anno, in vista del 14 giugno – data in cui ricorre il World blood donor day (la Giornata mondiale del donatore di sangue) – viene divulgato il quadro che emerge dai dati diffusi dal Centro nazionale sangue (Cns).

Dai dati consolidati delle attività 2021 e da quelli preliminari del 2022 risulta che la raccolta di sangue e plasma in Italia sconta ancora l’effetto Covid-19 e se la tendenza non si invertirà è probabile che i mesi estivi saranno segnati da forti carenze.

Va però sottolineato che nel 2021 non è mancato l’apporto della popolazione dei donatori. “Bisogna ringraziare – evidenzia il direttore del Cns, Vincenzo De Angelis – i donatori che con la loro generosità garantiscono il funzionamento di un sistema basato sui criteri di una donazione sicura, volontaria, anonima, periodica e non remunerata”.

Una popolazione di donatori che da ormai dieci anni vede però una tendenza al ribasso. I numeri sottolineano ancora una volta il progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori, a cui non fa da contraltare un adeguato ricambio generazionale.

Chiaro sintomo del problema è il numero dei cosiddetti nuovi donatori, ovvero le persone che nel corso del 2021 hanno donato il sangue per la prima volta o lo hanno fatto dopo oltre due anni dall’ultima donazione, che sono stati 267.949. Sempre in aumento rispetto al 2020, ma in netto calo se si calcola l’andamento degli ultimi dieci anni (-9,6% dal 2012 al 2021, -6,7% dal 2019 al 2021).

In linea con le prospettive demografiche e l’invecchiamento della popolazione del nostro Paese, anche la popolazione dei donatori risente di questo andamento.

Nell’ultimo decennio la fascia giovane dai 18 ai 45 anni è passata da 1.089.510 donatori del 2012 (63% del totale) a 866.112 (52%) del 2021. Dato ancora più allarmante, sempre per questa fascia di età, quello relativo ai nuovi donatori del 2021 che fotografa un decremento del 24% nel decennio. L’invecchiamento della popolazione si riflette pienamente nei dati relativi ai donatori con più di 46 anni, passati da 650.202 a 787.156 nel periodo 2012-2021.

Che fare allora? La soluzione – compatibilmente con le proprie condizioni di salute – è in ognuno di noi, nel nostro buon senso e nell’amore per il prossimo. È possibile rivolgersi alle associazioni (Avis, Fidas) ma anche ai centri ospedalieri trasfusionali e alla Croce rossa: il donatore può recarsi dove desidera, scegliendo il luogo a lui più congeniale.

Chi dona sangue è sicuro di aver aiutato un’altra persona in modo diretto e insostituibile salvandole la vita.

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