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Aderenza terapeutica, molto più che assumere farmaci

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Il concetto di aderenza terapeutica va ben oltre la mera assunzione del farmaco, ma comprende anche le abitudini e gli stili di vita e richiede un ruolo proattivo del paziente rispetto al proprio piano terapeutico e al percorso di cura. Il malato è quindi l’attore fondamentale in una azione multidisciplinare che deve vedere coinvolte più figure professionali: medico di famiglia, specialisti, farmacisti e infermieri.

La centralità del tema è ribadita anche dai dati 2021 dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (Osmed): solo il 55% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Le stesse percentuali, per i pazienti con osteoporosi, ma si arriva a meno del 45% dei pazienti con diabete di tipo II, al 35% per i pazienti con insufficienza cardiaca, fino al 15% circa dei pazienti con asma e Bpco. I pazienti più anziani, in alcuni casi, sospendono autonomamente il trattamento farmacologico – senza consultare il medico di famiglia o lo specialista – entro i primi sei mesi dalla prescrizione della terapia (è il 70% degli ultrasettantacinquenni).

Partendo da tali presupposti, ha preso vita l’Action plan sull’aderenza terapeutica: dall’analisi regionale ad un piano nazionale – realizzato da Cittadinanzattiva con associazioni di pazienti, società scientifiche e istituzioni regionali – che raccoglie analisi e proposte per migliorare l’accesso e la qualità di prestazioni e servizi che favoriscono l’aderenza terapeutica.

Il documento è nato a seguito di otto tavoli regionali, tra i quali quello dell’Emilia-Romagna, e presenta alcune proposte per migliorare l’aderenza terapeutica tra le quali quella di puntare sulla Farmacia dei servizi, oltre all’infermiere di comunità e ai caregiver, come elementi centrali per il miglioramento delle performance di salute dei cittadini, soprattutto dei più fragili.

La figura del farmacista ha sempre rappresentato la presenza capillare del Servizio sanitario nazionale sul territorio, e il format della Farmacia dei servizi accresce la sua potenzialità di essere supporto per il percorso di cura. Le linee guida dei “servizi cognitivi” del format comprendono proprio il monitoraggio dell’aderenza terapeutica puntando su patologie croniche quali la Bpco, l’ipertensione e il diabete.

L’invito “chiedilo al tuo farmacista” assume ulteriore significato e valore, soprattutto in casi di terapia cronica e politerapia, sia per i pazienti sia per chi si prende cura di loro, permettendo di seguire con serenità e costanza le indicazioni dei medici e aderire al percorso terapeutico.

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