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Giocosport, giocodanza, baby dance

La danza propedeutica per i bambini

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La danza sportiva viene considerata da molti come una disciplina a sé e non come uno sport, come andrebbe veramente valutata.

Non è solo un passatempo: la danza sportiva è, a tutti gli effetti, una disciplina olimpionica che farà il suo ingresso ai giochi olimpici di Parigi 2024 con la variante della breakdance, che è in grandissima ascesa negli ultimi anni.

È per tutti, non esiste un’età, tutti possono approcciarsi alla danza sportiva, il target è molto variegato. Per i bambini è più di una disciplina, a livello di formazione personale e psicologica è completa sia emotivamente, che caratterialmente ed è utile alle capacità matematiche. Infatti, per imparare a ballare correttamente un bambino dovrà imparare coreografie e passi, e grazie a questo potenzierà le sue capacità logiche aiutando la concentrazione e la lucidità.

Un mix di movimento associato al linguaggio artistico, al suono e alla sua coordinazione. Iniziare al più presto per un bambino, vuol dire frequentare una scuola di ballo già dalle scuole materne, grazie a metodi che accostano la danza al gioco, e quindi a fare un percorso di crescita dove le componenti principali sono l’immaginazione, la creatività e tanta fantasia.

Giocosport, giocodanza, baby dance viene chiamata in molteplici modi la danza sportiva propedeutica rivolta ai più piccoli fino alla scuola primaria. Lo scopo è quello di diffondere la pratica e la promozione della danza sportiva, per trasmettere a bambini e ragazzi la volontà di raggiungere risultati attraverso un sano agonismo e un gesto atletico arricchito da armonia, musicalità, interpretazione e coordinamento dei movimenti.

Giocosport è, infatti, un’attività basilare ludico-scolastica, libera, creativa e ricreativa, stimolante e socializzante, formativa ed educativa. Per i bambini più piccoli la danza sportiva semplificata nelle sue forme e regole “non codificate”, la rende divertente ed interessante, senza dimenticare l’elemento ludico. Un processo di alfabetizzazione motoria per la conoscenza sempre più consapevole del proprio corpo alla progressiva capacità di dominio intelligente del movimento.

La disciplina della danza sportiva diventa uno strumento di educazione sportiva e giocando sempre meglio, il bambino può imparare che lo sport è gioia di vivere, desiderio di esprimersi in libertà, l’incontro ed il confronto con gli altri, il rapporto con la natura e l’ambiente sociale.

La danza fa emergere quella aggressività costruttrice e creatrice che è tipica dei soggetti umani più maturi, mentre l’agonismo sportivo ne è la massima espressione e può proporsi come traguardo educativo.

Come avviene il percorso?

Attraverso una serie di azioni che si possono sintetizzare in: spazio, azione, comunicazione e regola. Lo spazio viene vissuto dal bambino come esplorazione e gestione consapevole delle dimensioni spaziali, in pratica si lavora sulle abilità motorie, ad esempio avanti – dietro, destra – sinistra, aperto – chiuso.

Per l’azione il piccolo entra nella fase della percezione e analisi della situazione. La comunicazione è insolita perché priva di parole o informazioni verbali, si realizza attraverso l’equilibrio, il ritmo, la distanza e attraverso il movimento si comunica con il corpo.

La scoperta delle regole nasce e si scopre per caso, quando ci si accorda per giocare.

Come si attuano praticamente tutti questi elementi?

Si utilizzano dei giochi mirati. Ad esempio, nel giocodanza propedeutico, Tutti nel fiume: si balla in maniera libera a tempo di musica. Allo stop della musica tutti i bambini devono entrare nel fiume, che l’insegnante avrà avuto cura di delimitare in precedenza e rimanere immobili come statuine. Oppure in Le formichine: l’insegnante predisporrà un percorso a terra e i bambini dovranno avanzare avendo cura che il tallone del piede tocchi la punta del piede davanti.

Nel giocosport si può iniziare con degli esercizi di riscaldamento, correre, camminare, saltellare in varietà di direzioni, con cambi di velocità nelle esecuzioni alternati a cambi di stazione del corpo rispetto al suolo, con l’utilizzo della musica moderna far eseguire movimenti in forma libera e in forma guidata, singolarmente e in coppia o gruppo oppure utilizzare dei giochi che possano coinvolgere contemporaneamente tutti gli elementi del gruppo: il gioco collettivo, rappresenta un momento di socializzazione e di espressione del gruppo nella sua interezza.

L’esperienza di una insegnante

Letizia Arcudi, laureata all’Accademia nazionale di danza a Roma, è una performer, insegnante e coreografa di origine indiana. Tra i suoi ultimi studi di formazione c’è l’alto corso professionale diretto dal maestro Steve Lachance e nel 2003 è stata una delle concorrenti più talentuose della terza edizione del programma Amici. Da ottobre 2016 insegna danza moderna presso la scuola Insieme Per Fare e giocodanza ai piccoli della fascia di età 3-5 anni e ci racconta la sua esperienza con una quarantina di pargoli da 7 anni.

“A quell’età occorre creare un rapporto empatico perché l’attenzione è veramente minima. Si deve alternare la tecnica al gioco con ascolto della musica e allo stesso tempo si insegna a muoversi nello spazio. Quando si propongono elementi più impegnativi, occorre farlo per un massimo di 5 minuti, altrimenti cala l’attenzione. È una generazione che ha grandi difficoltà di attenzione, distratti come sono dai telefonini e dai social.

Un ruolo che trasforma da insegnante a educatore: bisogna saperli stimolare e farli appassionare. Sicuramente con quelli più grandi si ottengono maggiori soddisfazioni, perché si possono realizzare coreografie.

I bambini ti lasciano dei ricordi indelebili, si affezionano e te lo dimostrano attraverso dei fiori o dei messaggini, come quella volta che una bimba mi ha disegnato marrone, perché essendo di origine indiana la carnagione è più scura!”.

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