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Ad aprile contro l’ictus con Alice

Il movimento è prezioso alleato contro le malattie cerebro-cardiovascolari

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L’organizzazione mondiale della sanità e la Federazione mondiale del cuore hanno sollecitato i governi e le società scientifiche a promuovere, anche con il supporto dei media, tutte le iniziative più idonee e attrattive per diffondere il principio che l’attività fisica, abbinata a uno stile di vita sano, aiuta a prevenire queste patologie. E l’Associazione per la lotta all’ictus raccoglie (Alice) questo invito in occasione dell’importante appuntamento annuale che dedica alla prevenzione dell’ictus cerebrale, istituzionalmente realizzato nel mese di aprile, grazie a diverse attività sul territorio: per maggiori informazioni visitare il sito www.aliceitalia.org in costante aggiornamento. 

Sono numerose le evidenze scientifiche che sottolineano come il livello di attività fisica sia inversamente proporzionale alla mortalità per cause cerebro-cardiovascolari sia negli uomini che nelle donne, così come confermano che il rischio di morte conseguente a queste patologie è di 5 volte maggiore nei soggetti inattivi rispetto a quelli molto allenati. L’attività fisica svolge insomma un ruolo molto importante sia come prevenzione primaria sia come prevenzione secondaria, per evitare cioè ricadute dopo un primo episodio. Inoltre, la scarsa attività motoria, oggi, è considerata tra i fattori di rischio più importanti anche per le malattie croniche quali diabete, obesità, neoplasie, depressione, osteoporosi.

Quali sono le attività da preferire?

Bisogna innanzitutto precisare che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce l’attività fisica come un “qualunque sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”, quindi non si parla di sport in senso stretto e men che mai agonistico, ma ci si riferisce a tutte le attività che possono essere svolte quotidianamente. Il cervello, così come il cuore, trae maggior beneficio da attività aerobiche come il nuoto, la camminata, la bicicletta, il pattinaggio o lo sci di fondo che permettono di allenarsi in maniera graduale, senza sforzi eccessivi in assenza di ossigeno. Il massimo giovamento si ottiene impegnandosi per 30 minuti al giorno preferibilmente almeno 3-4 volte a settimana. Altre attività, al contrario, sono da evitare soprattutto dopo i 45-50 anni: atletica leggera, pesistica, sci di discesa, sport principalmente anaerobici, cioè caratterizzati da elevata intensità manifestata in tempi molto brevi.

Per chi ha già avuto un ictus, in generale, non vi sono particolari limitazioni nel praticare attività fisica, soprattutto se le abilità motorie sono state solo lievemente colpite. L’esercizio però può provocare un aumento pressorio e della funzione cardiaca; pertanto, è consigliabile consultare il proprio medico per capire non solo quale attività sia più indicata, ma con quale frequenza e a quale intensità è preferibile vada svolta. La camminata a passo veloce, ad esempio, può essere un buon compromesso.

 

Aprile mese della prevenzione

«In occasione del mese della prevenzione – spiega la dottoressa Nicoletta Reale, presidente di Alice Italia Odv (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) – vogliamo sottolineare che non è sufficiente essere attivi, ma che è davvero fondamentale riuscire a modificare tutte le ‘cattive abitudini’, adottando stili di vita adeguati: ben 8 ictus su 10 potrebbero infatti essere evitati seguendo questi consigli. Obiettivo della nostra Associazione è quello di focalizzare l’attenzione di tutti su questa opportunità tramite iniziative di sensibilizzazione e di informazione, per ribadire anche l’importanza del riconoscimento tempestivo dei sintomi e l’urgenza di recarsi tramite il 112 (118) nei Centri dedicati alla cura di questa patologia, grave ma attualmente curabile se presa in tempo».

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