Abitazioni, uffici, scuole e luoghi di lavoro, ma anche palestre, Rsa e luoghi commerciali: questi i locali chiusi in cui trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate. È importante, quindi, che la salubrità sia protagonista di questi ambienti e che l’aria che respiriamo sia priva di agenti patogeni. Per quanto si tenda a ritenere questi luoghi – e in particolare le abitazioni – come sicuri e confortevoli, al contrario spesso i parametri riscontrati al loro interno non sono indice di salubrità.
In ognuno di questi ambienti – come ci racconterà Damiano Sanelli, esperto in biosicurezza, coordinatore tecnico di Home, Health & Hi-Tech e direttore tecnico di Atta (Associazione tossicologi e tecnici ambientali) – è possibile trovare un mix di rischi legati alla presenza di inquinanti chimici, biologici e fisici. Gli inquinanti chimici – tipicamente noti come composti organici volatili (Voc) –, sono sostanze chimiche che si volatilizzano nell’aria, ognuna con caratteristiche e modalità proprie. Tra le sostanze più note, ricordiamo la formaldeide, un composto chimico che si trova – tra gli altri – prodotti per l’edilizia, in tessuti, arredi e materie plastiche. Gli inquinanti biologici sono invece virus, batteri, acari e muffe: si tratta di elementi che si possono trovare nei luoghi confinati e che si diffondono facilmente in assenza di un costante ricambio di aria. Tra gli inquinanti fisici, infine, i più noti sono i campi elettromagnetici e le radiazioni. In particolare, la pericolosità del radon – un gas presente naturalmente in alcune tipologie di terreno – è talmente elevata da aver reso necessaria una mappatura dell’intero territorio italiano, al fine di definire la categoria di rischio di ogni Comune e le conseguenti precauzioni da adottare in caso di nuova edificazione o di interventi di ristrutturazione.
Vediamo ora con l’aiuto di Damiano Sanelli come si concentrano questi fattori di rischio nelle varie stanze della casa, congiuntamente ad alcune soluzioni per mitigarne gli effetti e preservare la salubrità degli ambienti.
Partiamo dallo studio, ambiente ormai diventato necessario della conformazione delle nostre abitazioni, soprattutto durante e dopo la pandemia da covid-19. Spesso situato in parti della casa di fortuna, è soggetto alla presenza diffusa di pc, stampanti e dispositivi elettronici, che ne aumentano il rischio di insalubrità, aggiungendosi spesso a condizioni di scarso ricircolo d’aria. Come bisogna comportarsi in questi casi?
Per mitigare la concentrazione di CO2₂ e la presenza di condense, muffe e Voc è necessario ventilare periodicamente i locali, sia in modo naturale – aprendo regolarmente le finestre e favorendo il ricircolo dell’aria – sia in modo meccanico, con soluzioni puntuali o canalizzate di ventilazione meccanica controllata. Inoltre, è utile utilizzare sistemi attivi di sanificazione e purificazione dell’aria, in grado di abbattere gli agenti patogeni e gli odori, nonché coltivare piante da casa in grado di ridurre la concentrazione degli inquinanti. Una corretta aerazione dei locali è utile anche a prevenire l’accumulo di ozono – rilasciato prevalentemente da stampanti e fotocopiatrici – e radon, soprattutto se il locale è situato contro terra e non adeguatamente isolato. Soprattutto in un ambiente come lo studio, è importante non sostare accanto a trasmettitori del wi-fi e a telefoni cordless, evitando anche di attivare dispositivi elettronici non necessari, fonti di campi elettromagnetici.
Per le camere da letto e per le camerette dei più piccoli, i rischi principali sono legati alla presenza di inquinanti chimici legati alla biancheria da notte e agli arredi e, in caso di scarso ricambio dell’aria, durante la notte si possono raggiungere elevati livelli di concentrazione di CO2. Quali gli accorgimenti da adottare in questi ambienti?
Oltre agli accorgimenti già presentati per lo studio, che rimangono validi anche in queste zone della casa, è importante effettuare una frequente e accurata pulizia degli imbottiti e dei tessuti, in cui si insidiano facilmente acari e peli di animali. Per favorire ulteriormente la salubrità di questi ambienti, la presenza di campi elettromagnetici – e quindi di dispositivi tecnologici – dovrebbe essere minima, se non del tutto assente, in particolar modo durante la notte, quando la nostra esposizione a essi sarebbe altrimenti molto prolungata. Per contrastare la presenza di virus e batteri, si può optare per sistemi attivi di sanificazione dell’aria, come ionizzazione e fotocatalisi: quest’ultima, grazie alla produzione di minime quantità perossido di idrogeno disperso nell’aria, permette anche la sanificazione delle superfici.
Ambienti come soggiorno e cucina sono tra i più frequentemente affollati della casa: qui la trasmissione di virus e batteri è quindi più probabile, così come l’accumulo di CO2 e di inquinanti chimici legati alla contemporanea presenza di più persone e alla cottura di cibi. Come prevenire l’accumulo di inquinanti?
Le buone norme da seguire sono analoghe a quelle proposte per le camere da letto, favorendo una periodica aerazione – naturale o meccanica – degli ambienti ed evitando un’eccessiva concentrazione di dispositivi elettronici. In particolare, la cucina è il luogo della casa dove si può trovare la maggior varietà di rischi: la cottura di cibi, la produzione di vapore acqueo dovuto alla cottura, la presenza di inquinanti chimici e di campi elettromagnetici possono rendere questo ambiente altamente critico per la salute. Oltre all’aerazione e sanificazione degli ambienti, è importante evitare la sovra cottura degli alimenti, il cui effetto combustione potrebbe favorire la produzione di idrocarburi policiclici aromatici. Inoltre, è bene verificare periodicamente lo stato di salute dei tubi flessibili del gas e, se necessario, sostituirli secondo le prescrizioni di legge. Infine, è opportuno limitare l’uso contemporaneo di più elettrodomestici ed evitare di sostare davanti al forno microonde.
A cosa fare attenzione, invece, in un ambiente come il bagno, molto a rischio per quanto riguarda la formazione di condense superficiali e muffe, vista anche la presenza di abbondante vapore?
Queste caratteristiche rendono il bagno uno degli ambienti più critici della casa a livello di salubrità indoor, e sicuramente uno di quelli a cui è bene prestare maggiore attenzione. La nebulizzazione dell’acqua potrebbe anche essere veicolo di legionella, e l’uso di detergenti e detersivi aumenta il rischio di concentrazione di inquinanti chimici. Oltre a prediligere l’utilizzo di prodotti (cosmetici e detergenti) il più possibile esenti da sostanze chimiche di sintesi e a ventilare periodicamente i locali per prevenire la creazione di umidità, condense e muffe. A questo scopo esistono sistemi meccanici di estrazione dell’aria sufficienti a smaltire le quantità di umidità in eccesso prima che si trasformino in condensa superficiale e successivamente in muffe.
Per quanto riguarda invece gli ambienti sotterranei o contro terra, come garage e taverne, a quali elementi è bene prestare attenzione?
La presenza di caldaie e automobili, unitamente al possibile uso di questo locale come deposito di solventi, pitture e pesticidi, rende il garage potenzialmente rischioso in caso di presenza prolungata. Come per la taverna, non va dimenticato il rischio di presenza di gas radon e muffe da umidità di risalita. Per quanto riguarda quest’ultima, se non è possibile risolverne meccanicamente e in via definitiva la causa, bisogna installare sistemi di contrasto “attivo” all’umidità, e successivamente procedere a ripristinare l’intonaco. Monossido di carbonio, gas per il riscaldamento e Voc vanno arginati attraverso un’adeguata ventilazione dei locali.
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