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Sempre più giovani pensano a gesti estremi

Il rapporto Unicef porta dati preoccupanti

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La pandemia da Covid-19 ha evidenziato diversi fattori che hanno messo a rischio la nostra salute mentale. Isolamento, tensioni familiari, perdita di reddito sono solo alcuni aspetti macro della nuova socialità che siamo costretti a vivere nostro malgrado. Se si aggiungono a questi anche la maggiore diffidenza verso l’altro, le maggiori tensioni sociali derivate anche dalle continue opposizioni che siamo costretti a vivere, capiamo bene come la nostra psiche e la nostra mente siano messe a dura prova. Adesso come non mai prima nella nostra vita.

Forse, noi adulti abbiamo gli strumenti per affrontare queste battaglie epocali quotidiane, ma emerge dal rapporto Unicef che è stato presentato il 15 ottobre su La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani che in Europa sono nove milioni gli adolescenti (tra i 10 e i 19 anni) che convivono con un disturbo legato alla salute mentale. L’allarme scatta dal dato che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani, con 3 ragazzi al giorno che si tolgono la vita. Solo gli incidenti stradali causano più decessi tra i giovani di quell’età.

Stiamo parlando di circa 1.200 bambini e adolescenti che con un’età compresa tra i 10 e i 19 anni pongono fine alle loro vite ogni anno. E la pandemia ha complicato ancora di più le cose.

E se puntiamo la lente di ingrandimento sull’Italia si stima che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze soffrano di problemi di salute mentale. La percentuale tradotta in numeri significa che sono quasi un milione, esattamente 956 mila in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

L’appello a genitori e istituzioni

Il Covid-19 ha stressato le loro menti e insufficienti sono gli strumenti per capire e superare il disagio. L’appello, allora, è agli adulti, che cerchino di parlare di più coi loro figli per farli aprire e per saper quali sono i sentimenti che oggi albergano nei loro fragili animi. 

Ma non basta avere genitori attenti, lo dice l’Unicef: “ora sappiamo che non agire ha un costo elevato. La perdita annuale di capitale umano che deriva dalle condizioni generali di salute mentale in Europa tra i bambini e i giovani tra 0 e 19 anni è di 50 miliardi di euro”. L’Unicef identifica infine alcuni interventi prioritari per le istituzioni europee e i governi nazionali, fra i quali servizi per la salute mentale e migliori infrastrutture regionali.

 

 

Dati che devono far riflettere

La percentuale di suicidio nel 2019 fra i ragazzi è stimata di gran lunga maggiore rispetto alle ragazze, rispettivamente il 69% e il 31%, e la fascia di età più colpita è fra i 15 e i 19 anni (1.037 contro i 161 fra i 10 e i 14 anni).

La percentuale di problemi legati alla salute mentale per i ragazzi e le ragazze in Europa fra i 10 e i 19 anni è del 16,3%, mentre il dato globale nella stessa fascia di età è del 13,2%. Le nazioni con la percentuale maggiore in Europa fra le 33 prese in esame sono: Spagna (20,8%), Portogallo (19,8%) e Irlanda (19,4%), mentre quelle con la percentuale minore si trovano principalmente in Europa orientale: Polonia (10,8%), Repubblica Ceca (11%), Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia (11,2%).

Il rapporto La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani è scaricabile da www.unicef.org/sowc

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